Gentile Visitatore,
questo che vede in fotografia è il terribile aspetto in cui si presentava la mano di uno sfortunato giovane (22 anni!!) che è rimasto vittima di un incidente da fuochi d’artificio nella notte del 29 dicembre 2010.
Penso che questa immagine sia più eloquente di qualsiasi discorso, riguardo ai danni gravi ed irreversibili che questi ordigni in miniatura (…ma pur sempre ordigni!!) possono provocare: nel caso particolare la mano è stata amputata al polso.
Ogni anno i festeggiamenti per l’inizio del Nuovo Anno sono funestati da terribili incidenti causati dai fuochi d’artificio.
Le dita… le mani … le braccia sono interessate in poco meno della metà di questi incidenti con lesioni da deflagrazione che ustionano e dilaniano i tessuti, producono fratture o vere e proprie amputazioni in modo talmente grave che non posso essere più riparabili neppure con le più avanzate tecniche microchirurgiche.
Se, da una parte, la partecipazione a manifestazioni pubbliche di fuochi d’artificio sono generalmente molto sicure, perché garantite dall’attento lavoro di professionisti del settore, sotto il controllo delle Unità Operative dei Vigili del Fuoco, l’allestimento di fuochi d’artificio presso il proprio domicilio con metodiche di “fai da te” che arrivano fino alla vera e propria improvvisazione, crea spesso delle circostanze di elevato rischio per l’incolumità degli spettatori e degli stessi improvvisati artificieri.
Alcuni semplici consigli non si dovrebbero mai dimenticare:
- rimanete almeno a 100 metri dalla sede in cui vengono fatti esplodere i petardi, preferibilmente al riparo dietro una barriera protettiva
- evitate assolutamente di raccogliere i frammenti del petardo esploso o peggio i petardi inesplosi: i frammenti possono essere ancora caldi tanto da ustionarvi e i petardi “inesplosi” possono “rianimarsi “all’improvviso ed esplodervi nelle mani
- evitate di affidare ai bimbi più piccoli le cosiddette “stelline luccicanti”: circa il 10% dei danni da fuochi d’artificio sono provocate da queste “stelline” , in particolare nei bimbi di età inferiore ai 5 anni.